Nonostante l'età avanzata Anna non aveva problemi a dormire. La notte le era da sempre amica e il sonno le donava la lungimiranza desiderata.
Un peso percepito sul fianco del letto le fece capire che Lui era tornato. Era passato molto tempo e Anna aveva paura a chiedere il motivo del suo palesarsi. Era un’ombra che sedeva accanto a Lei sul letto. Non un viso, non un corpo, solo un'ombra.
Anna era sveglia, forse, ma non riusciva a muoversi o ad aprire gli occhi.
-Ciao Anna-. La voce dell’ombra era una vibrazione bassa. Corde invisibili producevano quelle parole incorporee.
-Anna c’é sempre una guerra ma per molti anni le armi non si avvicineranno al tuo paese-. L’ombra sembrava rispondere alle domande silenziose che si formulavano nella mente di Anna.
-Puoi stare tranquilla, non sono qui per questo ma presto la tua famiglia vivrà un lutto. Niente di tragico, solo una lunga vita che si spegne. Tutto sarà nell’ordine naturale delle cose ma quel lutto avrà conseguenze sulla vita di tua nipote. Preparala-. Detto questo l’ombra svanì lasciando in Anna il ricordo di un sogno.
Era la prima volta che Sara vedeva un morto. Forse i genitori pensavano che essendo piccola non avrebbe ricordato, ma si sbagliavano. La stretta calda del padre che la teneva in braccio, mentre Lei fissava il volto freddo della bisnonna si incisero nella sua mente come un bulino nel rame. Ma un altro ricordo era destinato a inscriversi in quella giovane mente, la prima volta che vide l’ombra.
Con piccoli accorgimenti e modifiche questo sarà l’incipit di un racconto che sto scrivendo. L’autunno, le prime nebbie e Halloween mi hanno sempre ispirata racconti del terrore ma portano anche a domandarmi, cosa mi ha portata a essere quella che sono oggi?
Mi ritrovo a ripercorrere alcuni momenti, che indelebili, mi porto dentro come tatuaggi sull’anima. Non sono certo avvenimenti eccezionali, chiunque potrebbe averli vissuti, ma in qualche modo si incastrano diversamente in ognuno di noi, come permutazioni che creano infinite personalità.
Il volto bianco, come la pagina su cui scrivo, di quella donna “addormentata” in un feretro mi torna spesso in mente, come il fugace racconto di mia nonna, il racconto di quest’ombra che la visitava la notte annunciandole, prima del tempo, lo scoppio delle guerre.
Io “credo” rimanendo scettica. Ci sono infinite spiegazioni ma alcune cose vanno al di là.
Sono sempre stata attratta da ciò che non si comprende appieno e ho sempre ricercato la “magia”. Saranno stati quei tarocchi benedetti da un prete e appartenuti al mio bisnonno? O è stato il libro sull’interpretazione delle carte appartenuto a una donna assassinata dal marito e poi regalato a mio padre da un’amica della vittima?
Visioni e presenze hanno, a volte, accompagnato il mio cammino. La mente vede solo ciò che vuole credere?
La mia ricerca dell’inspiegabile può essere nata dal negozio di arte etnica della famiglia di mia zia, o nasce da quell’amuleto donato a mio padre dal suo amico stregone?
Forse il sangue zingaro che scorre nelle mie vene è più forte di quel che credo o forse non sono i grandi eventi a determinare chi siamo, ma sono i piccoli soffi di vento che scompigliano appena la nostra vita.
Piccole virgole nel racconto della nostra esistenza, il cui segno è destinato a non svanire mai.
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