23 marzo 2017

L'arte della paura



Ho scritto questo post nella mia mente un milione di volte.
L'ho scritto e riscritto su pezzi di carta portati via dal vento e dall'aspirapolvere.
L'ho scritto e cancellato decine di volte qua sopra.
Scrivevo, cancellavo, archiviavo.
"In fondo non è niente. Non è successo niente. Perché parlarne?", ma dopo due anni ci penso ancora.
Forse è stato qualcosa, forse è successo qualcosa.
Settimana scorsa qualcosa è cambiato. E' bastata una battuta innocua a riportarmi indietro a dieci giorni di paura.
"Potresti avere il tuo perché da pelata!", fatta per ridere, scherzare, ma io mi sono davvero immaginata senza capelli, senza i miei bellissimi ricci. Ho passato giorni a pensare a come mi sarei potuta truccare, a pensare se il mio naso sarebbe sembrato ancora più grande, a immaginarmi con buffi cappelli o parrucche colorate.

Forse è meglio vi spieghi qualcosa...

Erano due anni fa.
Era Giugno, era notte e faceva caldo. Ero andata a letto presto perché l'indomani avevo un matrimonio, ma non riuscivo a dormire.
Non ricordo quale giro di pensieri mi portò a dire "Ehi palpiamoci un attimo. E' da un po' che non faccio l'autoesame al seno"
Da sdraiata la pelle era ben distesa. Accarezzai il seno destro e poi aumentai la pressione.
Eccola!
Una pallina di tre centimetri.
Pensai di essermi sbagliata. Non poteva essere, ma invece era, anzi c'era!
Non ho chiuso occhio del tutto. L'ho detto a Lui e il suo volto si dipinse di incredulità, di paura, di rassicurazione (poco convincente).
Mi dissi che poteva essere una ciste o un linfonodo ingrossato. Poteva essere lo stress, che sappiamo essere un mago nel causare problemi al corpo.
Mi diedi una scadenza. Dopo sette giorni sarei andata dal medico.
Sette giorni in cui ogni sera cercavo la pallina nella speranza di non trovarla.
Non sopportavo più il reggiseno perché mi sembrava le desse fastidio. La sentivo come qualcosa di vivo e di estraneo dentro di me.
Sette giorni in cui cercai di fare finta di nulla, ma come si fa?

Dopo quattro giorni lo dissi alla Grace. Santa la mia Grace, mi rassicurava rassicurando se stessa.
A mia madre non dissi nulla, era in vacanza quindi sai che bella conversazione...
"Ciao Mamma bello il mare?...sì ci sono novità...ho una pallina, cioè una massa di tre centimetri nel mio piccolissimo seno...no ma stai tranquilla e divertiti"
Non era il caso!

Sette giorni in cui passavo il tempo a guardarmi allo specchio. Raccoglievo i capelli stretti stretti e osservavo il mio viso senza la cornice di ricci. Poi scacciavo il pensiero per sentirlo riaffiorare poco dopo.
Sono di natura ottimista e al tempo stesso dannatamente realista. Speravo nel meglio ma non potevo evitarmi il "E se fosse?".

Andai finalmente dal medico. E che c***o era più preoccupato di me. No cosa buona.
Mi fece l'impegnativa per un'ecografia urgente e uscita andai da mia madre, che nel mentre era ritornata.
Glielo dissi. Evvai incubi per tutti e in questi incubi io ero sempre pelata!
Mise in moto l'inferno prenotandomi l'eco con una brava dottoressa. Altri tre giorni di attesa.

Ancora saltava fuori "E se fosse?".
Come avrei nascosto la cosa a mia nonna? Di certo non volevo farla morire di infarto ma faceva la parrucchiera quindi le parrucche sarebbero state escluse a priori. "Ciao nonna faceva caldo e ho deciso per una follia. Una bella ranzata e arrivederci shampoo" no ok, l'avrei evitata fino a che i capelli non sarebbero tornati a una lunghezza accettabile.

Finalmente arrivò il giorno dell'eco.
Io e mia madre eravamo un fascio di nervi, poi la bella, splendida, super, grazie a Dio, notizia. Addensamento ghiandolare, niente di preoccupante, si sarebbe potuto riassorbire da solo. Cosa che ovviamente non fece e quindi aggiungiamo altri sei mesi di preoccupazione soft.
Uscita dalla clinica mi sentivo leggera, come se fossi la protagonista di qualche pubblicità sul ciclo o l'emicrania.
Ci mise quasi una anno ma lentamente, mooooolto lentamente, iniziò a rimpicciolirsi. Adesso è ancora lì, un centimetro e mezzo che mi ricorda la paura irrazionale di quei giorni.

Alla fine non era niente, non era successo niente, eppure mi aveva cambiata.

Volevo scriverne ma non ne ebbi il coraggio. Mi sentivo sciocca. Provare così tanta paura per niente che senso aveva avuto. Mi vergognavo e non ne scrissi più ma col tempo smisi di scrivere del tutto.
Iniziai a informarmi sulla prevenzione al tumore al seno e lessi che l'alimentazione poteva giocare un ruolo e iniziai a studiare il legame fra cibo e malattie.
Cambiai del tutto alimentazione. Non fu un grande sacrificio perché iniziai a mangiare quello che mi era sempre piaciuto ma non avevo mai avuto voglia di cucinare. Iniziai anche a litigare con Lui che non approvava fino in fondo la mia passione per cavoli e broccoli ma alla fine è bastata un po' di pancetta o prosciutto per corromperlo (tengo sotto controllo anche la sua alimentazione ma in modo più discreto ;) ).
A settembre trovai un volantino nella buca delle lettere. Un'associazione proponeva dei corsi di fitness vicino a casa mia e così iniziai ad allenarmi. Oggi faccio parte di quella stessa associazione come insegnante di Yoga.
Persi anche dieci chili in un anno.
Tutto per una fottuta pallina!

Solo adesso, dopo due anni, inizio a capire quanto questa cosa mi abbia cambiata, quanto una sensazione, la paura, possa cambiare una persona.
Se devo essere sincera anche adesso ho remore sul pubblicare questo post ma voglio smettere di pensarci e quindi lo farò.
Forse riprenderò a scrivere, forse no. Ci vorrà del tempo? Può darsi.
Adesso ho un'altra rogna da debellare ma almeno la "pallina", magari, riuscirò ad archiviarla sul serio.

Nessun commento:

Posta un commento

Ti potrebbe interessare anche:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...