1 novembre 2013

La Sposa


   Era la notte del 31 di Ottobre e la nebbia autunnale si destava dal suo nascondiglio di terra. Nubi pesanti offuscavano la luce lunare, e tutto taceva. Anche il Gufo, che ogni mezzanotte cantava alla Luna, quella sera non aveva il coraggio di emettere alcun suono. Tutti gli animali erano come il letargo, nascosti nei propri nidi e nelle loro tane. Dal santuario sembrava estinta l’intera fauna.
   Luci in lontananza provenivano dall’isola di San Giulio. Luci tremolanti nella nebbia, la prima dell’anno. 
   Il “Santuario della Madonna del Sasso”, luogo di culto ma anche di morte. Il promontorio surreale sul quale sorgeva la chiesa non era l’unico elemento che concorreva alla notorietà di quella mistica ambientazione, era anche la meta ideale per uomini e donne disperate che avevano deciso di strappare l’anima al corpo.
   Innumerevoli storie nascevano nelle menti dei ragazzi del luogo, convinti che nelle notti senza luna si potessero udire, nel vento, le urla degli spiriti di coloro che si erano buttati nel baratro. Si diceva che se qualcuno avesse ascoltato quelle urla incorporee, gli spiriti si sarebbero ripresentati alla ricerca di un’altra vita.
   Di notte nessuno aveva il coraggio di avvicinarsi, e nessuno lo faceva, ma quella notte il Santuario non era solo.

-Fede vieni, la Chiesa è bellissima-
-Senti, a me questo posto mette i brividi poi la nebbia di certo non aiuta-
Federica era ferma all’inizio della discesa che costeggiava il santuario. Diego, che si era già spinto verso la Chiesa, stava tornando da Lei per rassicurarla.
-Ma dai, cosa guardi gli Horror se poi hai paura come una bambina?-
-Io guardo i film Horror ma di certo non voglio farne parte. Dai diamo un’occhiata veloce e poi casa!-.
I ragazzi si stavano avvicinando al promontorio ma la nebbia era talmente fitta da essere palpabile.
-Diego andiamocene, non si vede nulla-
Crac...
-Cos’è stato?-
-Tranquilla era solo il vento, non senti che si sta alzando?-
-Ci voleva anche il vento. Ti dico che in questo posto non c’è niente di buono-. Il cuore Le batteva forte e il petto sembrava squarciarsi sotto quei colpi.
All’improvviso i due videro un volto bianco avvicinarsi.
-Signore meno male, ci ha spaventati-.
La nebbia nascondeva parte del corpo, sempre che ce ne fosse uno!
-Cosa ci fate qua? Non sapete che giorno è oggi?-
Federica non capiva cosa volesse dire -Oggi è Giovedì. Ma si sente bene?-
-Andatevene. Via!-.
Il vento urlò. -Diego cosa è stato? Non sembrava il vento-
-Non lo so. Sembrava, quasi, umano-
-Ormai è tardi. Lei è qua!- lo sconosciuto incorporeo sembrava allarmato, -L’avete sentita e ora vuole qualcosa-.
L’uomo si dissolse nella nebbia. Un altro urlo si levò dalla valle e la nebbia iniziò a muoversi.
Federica e Diego iniziarono a correre verso la macchina, ma nel bianco della notte, sembravano rimanere immobili.  Federica inciampò nelle sue stesse gambe e cadde. Immobilizzata dalla paura iniziò ad urlare chiamando Diego. Una mano cinse la Sua tirandola a sè. Si sentì più sicura. Alzò lo sguardo verso il volto di Lui, ma, al posto di Diego, vide un volto pallido e un vestito logoro da sposa.
   Ormai la paura aveva il possesso del suo cuore.

Un anno prima.

   Le campane della Chiesa del Santuario della Madonna del Sasso, suonavano a festa. Due nuove anime si erano unite in matrimonio. La gente li attendeva gioiosa oltre il colonnato. Visi sereni, visi felici.
   I due sposi uscivano accolti da riso e petali di fiori, e si guardavano negli occhi, frastornati dalla gioia.
   Era il 31 di Ottobre e, in lontananza, la nebbia si risvegliava dal lago.


Questo è un piccolo racconto che ho scritto qualche anno fa. Spero vi piaccia e vi invito a cliccare qua, o nella colonna di fianco, per mettere "mi piace" sulla pagina di Adesso che faccio?

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